Descrizione
Gian Francesco Costa, Delle delizie del fiume Brenta, Venezia, 1750 |
Deviato il fiume Brenta per evitare che i suoi sedimenti interrassero la laguna, il suo antico corso d'acqua fu sempre mantenuto in efficienza dalla Repubblica di Venezia perché costituiva una fondamentale via di navigazione per penetrare con i suoi traffici nell'entroterra. A partire dal Cinquecento – quando si è potuto essere certi che il territorio veneziano non avrebbe più dovuto subire devastazioni belliche - i veneziani hanno cominciato a comprare e a costruire sulle sponde della Riviera delle case “di villa” (“villa”, nel linguaggio di allora, significava “campagna”) che raggiungevano facilmente dalla città con le loro gondole.
Fra le prime ville costruite, la più importante è certamente quella eretta da Andrea Palladio in Malcontenta (poco a monte delle porte dei Moranzani): ciò per l'importanza della famiglia (che nel Quattrocento aveva dato alla Repubblica un doge che aveva retto la Signoria per trentaquattro anni) e per la bellezza della sua architettura.
Purtroppo non esiste più la casa imponente e suggestiva che Palladio aveva costruito a Dolo per un altro patrizio influente, Leonardo Mocenigo. È venuto così meno, con la sua demolizione, un altro capolavoro della architettura rinascimentale che avrebbe ben spiegato come rapidamente – sotto l'impulso di stimoli così efficaci – si siano moltiplicati gli insediamenti patrizi sulle sponde della Riviera.
In molti casi questi ulteriori insediamenti non sono così significativi, in termini architettonici, come quelli concepiti dai Foscari e dal Mocenigo. Si tratta per lo più di case di dimensioni contenute. Ma già nel corso del Seicento – quando comincia una moda per la vita in villa, cioè per la villeggiatura - a fianco di queste case sono state costruite delle barchesse che – anziché essere delle adiacenze rurali secondo la prassi introdotta da Palladio – contengono delle grandi sale, quasi sempre ornate da importanti cicli decorativi a fresco. Basti vedere, per convincerci di ciò, le barchesse della Villa Valmarana, della Villa Contarini Venier a Mira (ora sede dell'Istituto Regionale per le Ville Venete) o della villa Foscarini Rossi a Stra.
Il ripetersi di questi insediamenti sulle sponde della Riviera e la imponente dimora – quasi una reggia - costruita a Stra dalla nobile famiglia dei Pisani, sono venuti così a formare nel corso del Settecento un fenomeno edilizio così peculiare e significativo che si è diffusa, fin da allora, l'idea che la via navigabile che congiunge Venezia al suo entroterra, fino a Padova e oltre, si possa considerare come una sorta di ideale prosecuzione del Canal Grande.
Venuto meno il costume della villeggiatura, inteso nella sua accezione originaria, la Riviera del Brenta (che ancor oggi si può percorrere con battelli fluviali) è divenuta, oltre che un ambito residenziale e produttivo di eccellenza, una infrastruttura turistica di gran pregio che idealmente congiunge i colli Euganei e la Laguna, gli impianti termali di Abano e quelli balneari del Lido, e, ancora, Padova e Venezia.
Bibliografia
Antonio Foscari, Acque, Terre e Ville, in "Ville Venete: la Provincia di Venezia", I.R.V.V, Marsilio, Venezia 2005, pp. XXX-XLII
Antonio Foscari, Tumult and Order, Lars Mueller Publisher Zurigo, 2011
Antonio Foscari, Tumulto e Ordine, Electa Milano, 2013