ANDREA PALLADIO

VILLA FOSCARI

La  Malcontenta

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ARCHITETTURA
 

La fabbrica progettata da Palladio per Nicolò e Alvise Foscari, al ritorno dal suo ultimo viaggio a Roma (1554), è una espressione di straordinaria compiutezza delle sue convinzioni teoriche.

È su tre piani, di modo che in essa si viene a realizzare una distinzione fra le attività funzionali (a piano terreno), quelle "nobili" (al primo piano) e quelle di deposito delle derrate agricole (al piano superiore).

È simmetrica, di modo che ciascuno dei due committenti possa avere un appartamento autonomo.

Ciascun appartamento - parte a parte dell'asse di simmetria - è dotato di tre stanze. Di queste, due stanze (la maggiore e la minore) hanno misure che sono regolate da un medesimo criterio proporzionale; la terza ha una pianta quadrata.

I due appartamenti sono disposti a fianco di uno spazio centrale di alta rappresentanza che è d'uso comune per entrambi, secondo la prassi già adottata in altre ville (e comunque in uso da sempre nelle case veneziane).

Entro la fabbrica, lo spazio centrale è a crociera. Questa soluzione architettonica attribuisce a tutta la costruzione il carattere di edificio a pianta centrale.

Questo corpo di fabbrica - una sorta di parallelepipedo – è connotato da un elemento architettonico eccezionale, che viene vigorosamente a marcare la sua immagine esterna (verso la Riviera del Brenta): un portico (nel caso specifico un portico esastilo d'ordine ionico) che riproduce la tipologia di un tempio dell'antichità romana.

E' la prima volta che una citazione del genere fa la sua apparizione, in vece di una loggia, nella ricca produzione palladiana di case di villa. In questa sua forma esemplare, cioè con colonne anche sul lato del portico, non sarà più ripetuta, perché nessun'altra fabbrica palladiana ha scale esterne che ascendono al portico lateralmente.

Gli ornamenti, che generalmente sono in pietra, qui sono realizzati in cotto. Essi marcano orizzontalmente la facciata principale, si dispiegano, come "fasce", sui lati della fabbrica e si estendono fino alla sua facciata posteriore, concorrendo a formare una composizione inaspettata.

La finestra che appare sulla facciata posteriore è anch'essa una evocazione di una antica tipologia costruttiva romana (quella delle terme), così come lo sono nella facciata principale l'apparizione del portico e il sistema di scale esterne che salgono a esso.

Questa fabbrica è realizzata - in evidente polemica con la tradizione veneziana - con un sistema strutturale di concezione romana.
I solai - sia quello del piano nobile, sia quello del piano ammezzato che sta sopra a quello nobile - sono infatti sostenuti da volte in laterizio che scaricano il loro peso e le loro spinte su murature che sono tanto più spesse mano a mano che si avvicinano al suolo.

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Noboru Inoue, A+U




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Noboru Inoue, A+U




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A.Bacchella